«Il campanile del Bernascone è un pezzo di storia della nostra Varese. Con il restauro potrà finalmente tornare allo splendore che merita». Il sindaco Davide Galimberti commenta così il finanziamento da un milione di euro che la parrocchia di San Vittore Martire ha ottenuto tramite i “Progetti Emblematici” finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
«La torre campanaria – le parole del sindaco – veglia dall’alto sulle sorti della nostra città. È un simbolo a cui tutti noi siamo legati e non solo perché rende riconoscibile il nostro centro o per il suo valore artistico, culturale e religioso. Con le sue campane, infatti, festeggiò la vittoria dei Garibaldini e la liberazione di Varese dagli austriaci. Il restauro e il ripristino conservativo consentiranno di valorizzare la sua storia e la sua bellezza. Complimenti a quanti in questi anni hanno portato avanti il progetto e sono oggi arrivati a questo splendido risultato proprio in occasione del 400esimo anniversario del via ai lavori per l’edificazione».
Il campanile si alza al fianco della Basilica di San Vittore per quasi ottanta metri e ha una base quadrata di 10,85 metri per lato. È un notevole monumento architettonico, testimonianza esemplare del tardo manierismo imposto nella diocesi milanese dai Borromei.
La sua costruzione vide protagonista il disegno dell’architetto Giuseppe Bernasconi, seguito nell’esecuzione dei lavori fino alla base della guglia. Nel 1773 il campanile fu poi ultimato con l’innalzamento dell’ultima parte, disegnata dai pittori Giulio e Giuseppe Baroffio. Il cambio del progetto consentì anche di arrivare a un’altezza maggiore rispetto a quanto originariamente pensato.
Per salire fino allo spazioso piano delle campane occorre affrontare una scala in pietra di 230 gradini. Oltre al campanone, che ha un diametro di 178 centimetri e venne fuso nel 1825 nell’officina Bizzozero, ci possono qui trovare altre sette campane. Per una scala a chiocciola si arriva poi al terrazzo, che offre un panorama stupendo e variegato.
Il Iato sud del campanile conserva le tracce di molte palle di cannone, sparate dal generale austriaco Urban nel 1859. Una sorta di punizione, questa, legata alla scelta di far suonare a festa il Bernascone per salutare i Garibaldini al loro ingresso in città, dopo che questi avevano vinto la battaglia contro l’esercito austroungarico.