Interazioni tra uomo e ambiente, compatibilizzazione e sostenibilità: sono questi i temi scelti per il Premio Pavan 2020. Il concorso, riservato alle tesi di dottorato in materie naturalistiche e ambientali, è ormai una tradizione varesina esattamente come il Premio Furia ed entrambi sono confermati per il prossimo novembre. Alla tesi vincitrice andrà un premio di 2.500 euro; le domande andranno presentate entro le ore 12.00 di giovedì 25 giugno.
«Questo premio – afferma il vicensindaco e ideatore della manifestazione Daniele Zanzi – sta diventando sempre più un concorso internazionale. Lo scorso anno sono state diverse le domande di partecipazione arrivate dall’estero e questo per noi è molto importante, perché Varese aspira a essere un vero punto di riferimento per quanto riguarda la tematica della sostenibilità in città. Confermare questa iniziativa nonostante l’emergenza che stiamo vivendo ha poi un valore simbolico, in quanto, come già detto in diverse occasioni nelle scorse settimane, vogliamo davvero guardare al futuro della nostra città e del nostro Paese. Per questo investiamo su temi come la convivenza tra uomo e ambiente nel panorama cittadino».
Il Premio Mario Pavan, realizzato in collaborazione con l’associazione “Società astronomica G. V. Schiaparelli”, mira a mantenere viva la memoria dell’illustre entomologo, ricercatore e divulgatore di fama mondiale che è stato anche ministro per l’Ambiente nel 1987.
Le domande di partecipazione possono essere presentate dagli studenti che abbiano sviluppato una tesi di ricerca sull’ambiente e sulla natura e che abbiano conseguito il dottorato in un ateneo italiano o estero negli anni 2019 e 2020.
«L’acquisizione di conoscenze in tutti i settori ambientali – si legge nel bando – che permettono una miglior capacità di operare per un utilizzo sostenibile delle risorse naturali è un obiettivo che occorre perseguire con estrema decisione e consapevolezza. Questo con un approccio ai diversi livelli, da quello genetico-molecolare a quello cellulare, basato su organismi, popolazioni e comunità. Il fine è ottenere migliori conoscenze delle dinamiche e delle interazioni naturali, nelle quali l’uomo è parte in causa».
Sono pertinenti tutte le tesi di dottorato che abbiano approfondito il ruolo funzionale, ai vari livelli organizzativi menzionati, che pongano le basi per una miglior conoscenza sui temi della funzionalità ambientale, in particolare evidenziando ricadute concrete o potenziali nella riduzione o mitigazione degli impatti antropici, sul benessere dell’uomo e su un rinnovato approccio uomo-ambiente sia su piccola sia su grande scala spaziale.
La domanda di partecipazione e la relativa modulistica con le indicazioni per la presentazione sono disponibili online sul sito di Palazzo Estense.