Due anziani soli. Lui ricoverato a inizio settimana per infezione da Covid19; lei che, rimasta in casa in quarantena, cade a terra e non riesce a chiamare nessuno. Storie e difficoltà che si intrecciano nell’Italia colpita dal coronavirus, ma che valgono la pena di essere raccontate. Soprattutto perché l’anziana varesina da sola, in realtà, non è rimasta: il medico di base della coppia, dopo aver disposto il ricovero dell’uomo, resta in contatto con la donna e chiede ai Servizi sociali del Comune di sentirla per le necessità di spesa e acquisto farmaci. Così, non ricevendo risposte, ieri è scattato l’intervento della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco e dei sanitari.
«La signora – racconta il coordinatore della Protezione civile cittadina Gianluca Siciliano – sentiva regolarmente il proprio medico in quanto, dopo la positività del marito, anche il suo caso veniva seguito come si fa per quelli di sospetto contagio. La dottoressa, poi, ieri mattina ha chiesto ai Servizi sociali di Palazzo Estense di rimanere in contatto con l’anziana per le normali esigenze del caso. Parliamo di beni di prima necessità e della loro consegna a domicilio, che da quando è cominciata l’emergenza stiamo gestendo con una rete di coordinamento. Solo che, quando abbiamo telefonato alla signora, non ci ha risposto».
Il telefono squilla a vuoto. Più volte. La Protezione civile decide così di mandare una squadra direttamente alla casa dell’anziana. Neppure al citofono, però, i volontari ottengono risposta.
«Abbiamo subito richiamato il medico”, prosegue Siciliano. “Abbiamo chiesto – le sue parole – se anche la donna non fosse stata ricoverata nel corso della mattinata, ma la dottoressa ci ha risposto che la signora era a casa e che l’ultimo contatto telefonico era stato a mezzogiorno. Così abbiamo chiamato i Vigili del Fuoco e i sanitari».
La squadra di emergenza entra dalla finestra e trova l’anziana per terra. Era caduta e non riusciva più a rialzarsi. «Ci hanno detto – spiegano i volontari intervenuti – che nel sangue la saturazione era molto bassa, probabilmente un malore». L’intervento repentino, comunque, evita conseguenze peggiori.
«Questa storia – afferma Gianluca Gardelli, dirigente comunale e responsabile per Palazzo Estense della Protezione civile – non racconta solo di un importante salvataggio, ma anche di un sistema integrato che funziona». In Comune, sin dal giorno del primo caso di Covid19 in Lombardia, è stato infatti attivato un centro permanente di coordinamento dell’emergenza, la cui efficacia è rivendicata anche dal vicesindaco Daniele Zanzi: «Allo stesso tavolo – afferma – sono seduti tutti i responsabili dei vari servizi a sostegno della popolazione. Abbiamo sottolineato sin da subito l’importanza di avere un’organizzazione coesa e quanto avvenuto ieri rende questa necessità ancora più evidente».
«Ascoltiamo le persone – le parole dell’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari – e stiamo loro vicino. È questo il nostro compito; lo era prima del coronavirus, lo è oggi e lo sarà domani. Un compito ‘semplice’, nel senso che per descriverlo non serve aggiungere molte parole, eppure determinante. Con l’emergenza ora in atto si può notare in maniera più evidente, ma è sempre stato così: cerchiamo di cogliere le esigenze di ogni singola persona che si rivolge a noi e di rispondere alle sue problematiche nel miglior modo possibile. Oggi la storia dell’anziana viene raccontata pubblicamente, ma sono tante le umanità ferite, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione, che ogni giorno aiutiamo con la necessaria discrezione».