Da diversi anni il Comune di Varese sta attuando il protocollo d’intesa siglato tra ANCI e Dipartimento Amministrazione Penitenziaria per l’inserimento lavorativo dei detenuti. L’amministrazione ha così sottoscritto una convenzione con la Casa Circondariale di Varese che prevede la realizzazione di programmi per lo svolgimento di attività extra-murarie in favore della comunità locale, quali ad esempio attività di manutenzione del verde pubblico, manutenzione di edifici e luoghi di attrazione culturale, recupero di aree dismesse. Anche di questo si è parlato infatti questa mattina in un convegno dal titolo “Carcere e Lavoro, diritto, rieducazione, opportunità” che si è svolto a Ville Ponti. All’appuntamento erano presenti il sindaco di Varese Davide Galimbrti e il dirigente al Personale del Comune di Varese, Gianluca Caruso.
“Il dettato costituzionale – ha detto il sindaco Davide Galimberti – sottolinea l’importanza della rieducazione, e il lavoro rappresenta lo strumento di assoluta centralità in ogni percorso riabilitativo. In questa ottica il Comune svolge un ruolo attivo e di supporto per l’attuazione di politiche volte a favorire l’interazione tra la comunità locale e soggetti a rischio sociale”.
Ad oggi l’Amministrazione ha inserito 15 persone in attività di manutenzione del verde cittadino, manutenzione edilizia e in lavori di pulizia e mantenimento del decoro del Palazzo Municipale. Di queste 15 persone, otto sono di età inferiore ai 50 anni e sette di età superiore.
“Questo progetto ha portato ad un’importante collaborazione tra l’equipe trattamentale del carcere e l’Ufficio Personale del nostro ente –– ha spiegato il dirigente Gianluca Caruso – un lavoro di sinergie finalizzato ad inserire la persona giusta per l’attuazione del progetto lavorativo proposto. Bisogna sottolineare poi che tutte le persone finora inserite hanno dimostrato una grande serietà, un profondo rispetto per il lavoro ma anche per le regole, tutti con un atteggiamento disponibile, flessibile e aperto all’apprendimento. Ma – conclude Caruso – una delle cose più interessanti di questo progetto, a dimostrazione della sua utilità, è che nessuna delle persone inserite è nuovamente rientrata in carcere”.