Nel centro cittadino di Varese torna il progetto Discobus: un’equipe itinerante di educatori professionali e assistenti sociali a disposizione di ragazzi e adolescenti, per restituire uno spazio di dialogo e soprattutto per fare attività di prevenzione su tanti temi. Un’iniziativa che vuole anche restituire uno spazio di socialità ai ragazzi dopo il periodo di chiusura dettato dalla pandemia.
Il camper di Discobus, riconoscibile per il dipinto che riprende il Caravaggo del writer varesino Ravo, sarà presente nei luoghi del centro città: qui gli esperti forniranno informazioni, gadget e uno spazio di ascolto, consegnando ai ragazzi diversi materiali informativi. L’obiettivo è sensibilizzare i giovani per renderli più consapevoli dei loro comportamenti, e in alcuni casi orientare ad attività di volontariato, formative o lavorative.
«Il progetto Discobus, come tutti gli anni, torna a Varese ma quest’anno assume un significato ancora più importante – dichiara l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari – per restituire ai giovani un momento di dialogo con educatori in un contesto informale, direttamente nei più luoghi vissuti dai ragazzi. E’ un modo per supportare chi ne può aver necessità ma che magari non ne ha consapevolezza, rispondendo così a un bisogno di confronto».
«I destinatari sono adolescenti e giovani ì– spiega l’assessore alle Politiche Giovanili Francesca Strazzi – con una presenza degli educatori sia in contesti diurni sia notturni, per cercare di offrire un supporto sulle relazioni affettive e sociali, ma anche sui rischi connessi alla guida, a eccessi o dipendenze».
«Il tema della sicurezza va affrontato in tutte le sue declinazioni, con un approccio multidisciplinare – dichiara l’assessore alla Polizia Locale Raffaele Catalano – In questo senso il lavoro congiunto di ambiti come la sicurezza stradale, le politiche sociali e giovanili diventa fondamentale per attivare un processo formativo in grado di innescare un cambiamento positivo. Spesso infatti a determinare comportamenti eccessivi è la mancanza totale della percezione del rischio da parte dei giovani».
Presente sul territorio dal 1999, il progetto è finanziato dalla Regione Lombardia sui POR-FSE 2014-2020 sull’asse opportunità e inclusione a favore di giovani a grave rischio marginalità, capofila è Coop lotta contro l’emarginazione con partner il Comune di Varese, l’ASST Sette Laghi, CSV Insubria in rete con Cfp, Enaip e Croce Rossa Italiana.
«L’emergenza sanitaria ha fortemente limitato la socialità in particolare di adolescenti e giovani– spiega Manuele Battaggi di Cooperativa Lotta contro l’emarginazione – ma non per questo sono diminuiti i comportamenti a rischio: al contrario sono in aumento atteggiamenti aggressivi, depressivi e autolesionistici, causando l’isolamento sociale e le dipendenze da dispositivi digitali. I giovani hanno il diritto a stare bene, a uscire e divertirsi, ma lo devono poter fare in sicurezza, con la possibilità di avere riferimenti adulti anche nei contesti informali».