420mila euro per aiutare i cittadini in difficoltà, forse qualcosa in più. Soldi destinati a Varese grazie all’ultima ordinanza della Protezione civile e che come Amministrazione metteremo immediatamente in campo per aiutare quei varesini che altrimenti, complici le chiusure delle attività imposte dall’epidemia, faticherebbero ad acquistare beni alimentari e a sostenere spese legate a esigenze di primaria necessità.
Domenica scorsa, non appena ricevuta l’ufficialità dell’importo destinato alla nostra città, abbiamo affrontato il tema in una riunione straordinaria di Giunta. Convocata rigorosamente online, perché il coronavirus sta rivoluzionando tempi e modalità delle nostre vite sin negli aspetti più semplici e banali, come può essere per le riunioni lavorative. Siamo davanti a un’emergenza non preventivata né preventivabile e, così, anche le risposte che ci troveremo a dare dovranno essere completamente ripensate. O, meglio, devono esserlo. Perché il futuro si deve costruire da subito.
Un esempio lo si vedrà proprio nella distribuzione delle risorse arrivate da Roma. L’aiuto sarà una sorta di patto di reciproca fiducia tra il Comune e i varesini, che potranno richiedere i sussidi di emergenza in modo snello e diretto. Per consegnare i “buoni” abbiamo infatti studiato un sistema che privilegia la rapidità rispetto alla burocrazia, la prossimità ai cittadini a discapito delle formalità.
Ma non è l’unico intervento. Sin dall’inizio di questa emergenza abbiamo varato misure concrete per dimostrare che il Comune c’è ed è vicino alla città, lavorando per rimodulare alcune imposte comunali e per prorogare le loro scadenze e confermando gli investimenti in grandi opere che cambieranno il volto di Varese. Penso al nuovo bando per la riqualificazione della ex caserma Garibaldi, così come a tutte le altre grandi opere che abbiamo intrapreso negli scorsi anni. Perché la fine dell’emergenza arriverà e, allora, saranno necessari progetti in grado di creare opportunità di lavoro e permettere una nuova socializzazione.
Perché tutto questo avvenga, però, noi amministratori locali non dobbiamo essere lasciati soli. Noi siamo la prima linea, i primi a cui i cittadini chiedono aiuto. È impossibile dire oggi quanto questo coronavirus ci costerà in termini sociali ed economici. Ci troviamo infatti a garantire i servizi che servono ad affrontare l’emergenza e la ripartenza, ma abbiamo anche il dovere di mantenere gli equilibri di bilancio. Potrebbero non bastare neppure i fondi che il Governo metterà in campo nel prossimo decreto. Così non possiamo che unirci all’appello di tanti amministratori del nostro Paese, che chiedono un aiuto concreto anche a livello comunitario al di là dei tanti “non vi lasceremo soli”.
All’ultimo comitato esecutivo di Eurocities sono state avanzate due proposte: l’istituzione di un fondo speciale fuori dal budget dell’Unione europea per il rilancio economico delle città e la sospensione per l’anno in corso delle rate per i prestiti e i finanziamenti da restituire alla Banca europea degli investimenti. Sono solo due esempi, ma sarebbero segno di una reale condivisione. Perché da questa emergenza si potrà uscire solo insieme e attraverso una nuova fase di rilancio degli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca. E quella di una nuova solidarietà sociale ed economica è forse, dopo il virus, la più grande sfida che saremo chiamati ad affrontare per ripartire.
Cristina Buzzetti
Assessore alle Risorse del Comune di Varese