Meno traffico, meno tempo perso, più redditività per tutti. La rivoluzione viabilistica dell’accesso alla città porterà benefici a lavoratori, attività industriali e commerciali. Se ieri sera l’assessore all’Urbanistica e alla Pianificazione territoriale Andrea Civati ha presentato il progetto di largo Flaiano, il principale punto di arrivo al termine della bretella della A8, e quello dei lavori in via Selene, la nuova strada che metterà in comunicazione diretta l’area industriale tra Varese e Schianno e l’Autolaghi, oggi l’assessore alle Attività produttive Ivana Perusin spiega cosa queste novità comporteranno per le imprese.
«Il discorso – le sue parole – si può dividere essenzialmente in tre punti: i vantaggi per chi si trova nell’area industriale; quelli per le aziende che, con una maggiore accessibilità, potrebbero creare nuovi head quarters nel cuore di Varese; quelli per tutti i lavoratori. Su questo ultimo tema, per esempio, posso portare la mia esperienza personale: quando lavoravo a Milano impiegavo più tempo per entrare in città o per uscirvi rispetto a quello che passavo in autostrada. Meno ore si passano in automobile, più ne si hanno a disposizione per vivere quello che si ha attorno. E questo senza contare i casi di quanti, per ragioni di comodità, sceglievano di trasferirsi nel capoluogo regionale: un fenomeno che, con il nuovo accesso, potrebbe essere completamente azzerato».
Partendo dal primo aspetto, chi oggi si trova alla guida di un mezzo pesante e deve muoversi dalla zona industriale tra Varese e Schianno verso l’autostrada – i tecnici che hanno studiato i flussi hanno calcolato una media di 100 autoarticolati a settimana – segue la via per Schianno e la via Piano di Luco (che è molto tortuosa) fino a viale Borri per poi immettersi nell’Autolaghi dal Gazzada. Con la nuova strada in via Selene questo non sarà più necessario: il collegamento porterà subito alla terza rotonda del progetto Esselunga e, da lì, sarà subito possibile il passaggio in Autolaghi, così risparmiando molti chilometri e sgravando l’asse critico di viale Borri. Una modifica che potrebbe comportare anche la chiusura del sottopassaggio e l’eliminazione del relativo semaforo, con benefici per quanti percorrono via Gasparotto. Stesso discorso per chi deve compiere il tragitto inverso, mentre per chi deve andare nella parte bassa di viale Borri (o per chi da lì arriva) il collegamento via Selene/via per Schianno/via Piana di Luco consentirebbe di evitare anche il nodo di largo Flaiano.
«Il secondo punto – continua Perusin – prevede la possibilità di nuovi investimenti. In centro città abbiamo diversi spazi ora in disuso, aree che potrebbero essere rigenerate attraverso la creazione di centri operativi per le imprese, di ambienti di coworking o di “temporary shop” con brevi affitti. Questo perché, quando un’impresa decide di aprire una nuova sede o un nuovo centro operativo, tra i calcoli che vengono fatti nella scelta del luogo rientra anche l’accessibilità di quest’ultimo e il tempo effettivo che dipendenti e clienti impiegano per raggiungerlo. Va da sé, quindi, che eliminate le code aumenti l’appetibilità di tanti spazi cittadini».
Ultimo aspetto, in parte già anticipato, la «vivibilità» di Varese per quanti lavorano a Milano. «Oltre all’esperienza personale – conclude l’assessore – aggiungo su questo una riflessione da donna e da madre: il risparmio di tempo che sarà generato, infatti, potrebbe essere anche una spinta verso le pari opportunità nel mondo del lavoro. Sempre facendo riferimento a quanto ho vissuto, guadagnare mezz’ora all’andata e mezz’ora al ritorno permette di dedicare un’ora in più alla famiglia e, così, di concedere opportunità in più a tutte quelle varesine che ogni giorno si recano nel capoluogo per lavoro».