Novità di quest’anno è una minirassegna di due appuntamenti di musica e voci, pensieri e conversazioni, disseminati fra il centro e la periferia di Varese.
PROGRAMMA
Domenica 2 ottobre | Salone Estense | ore 20:30
Le quattro stagioni fra musica e cambiamenti climatici
Ensemble «LaBarocca di Milano»
LE STAGIONI DI IERI E DI OGGI
Conversazione-concerto a cura di
Ruben Jais | direttore d’orchestra
Giacomo Grassi | funzionario scientifico della Commissione Europea presso il Joint Research Centre, Ispra
– vincitore del «Bologna Award 2020» per la sostenibilità, autore di rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), revisore esperto degli inventari dei gas serra per conto delle Nazioni Unite.
Antonio Vivaldi (1678–1741)
Le Quattro Stagioni – Da «Il cimento dell’armonia e dell’inventione»
Concerto n. 1 in mi maggiore, “La primavera”, RV 269
Concerto n. 2 in sol minore, “L’estate”, RV 315
Concerto n. 3 in fa maggiore, “L’autunno”, RV 293
Concerto n. 4 in fa minore, “L’inverno”, RV 297
Un affascinante dialogo a due voci fra arte e scienza è il tema del secondo appuntamento. Vivaldi visse e musicò le sue Stagioni all’inizio del Settecento raccontandone le virtù (gli zefiri, il canto degli uccelli, i balli e i canti autunnali favoriti dall’ebbrezza del vino) e i dolori (il freddo pungente dell’inverno, lo stuolo furioso di mosche mosconi durante l’estate, il timore per lo scoppio di un temporale in primavera). Di queste “Stagioni” universalmente note parlerà il Maestro Jais in intreccio con Giacomo Grassi, brillantissimo ricercatore e grande esperto degli inventari dei gas serra, colpevoli dei cambiamenti climatici che ci investono.
Se Vivaldi vivesse oggi, le sue Stagioni sarebbero molto diverse da quelle che conosciamo.
Il biglietto può essere acquistato al MIV (Multisala Impero – Varese), prima dell’inizio del concerto oppure online all’indirizzo: https://www.multisalaimpero.com/film/11046
Domenica 9 ottobre, ore 11:00 | Teatro Santuccio | ore 11:00
via Sacco, 10 – Varese
Amorosi intrecci fra musica e natura nel ‘700
Conversazione-concerto a cura di Alfredo Bernardini
Ensemble Zefiro
Carlotta Colombo | soprano
Alfredo Bernardini | oboe
Alberto Grazzi | fagotto
Arianna Radaelli | clavicembalo
Francesco Mancini (1672-1737)
cantata “Quanto dolce è quell’ardore”, per soprano, oboe e basso continuo
Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788) Pastorale in la minore per oboe, fagotto e bc
Agostino Steffani (1654-1728)
cantata “Spezza Amor l’arco e li strali” per soprano, piffero, fagotto e basso continuo
Domenico Scarlatti (1685-1757) Essercizio K.30 in sol minore “Fuga del gatto” per cembalo solo
Georg Friedrich Händel (1685-1759) cantata “Mi palpita il cor” per soprano, oboe e b.c.
L’ultimo appuntamento della minirassegna indaga gli “amorosi intrecci” fra musica e natura in quel periodo magico nella storia dell’arte dei suoni che fu il barocco. “Amorosi intrecci” è un’espressione che rende bene il tema oggetto del nostro concerto. Non le città pur bellissime, ma la natura faceva da sfondo alle umane vicissitudini, talvolta perfino invadendola, come il gatto di Scarlatti che camminando sulla tastiera del cembalo gli ispirò una fuga. La sua forza e fascino arcani s’incontrano e s’intrecciano con le umani passioni. E se la natura potesse parlare direbbe all’ingrata amante quante lacrime, quanti sospiri furono sparsi per lei.
Protagonista del concerto sarà l’ensemble «Zefiro» dell’oboista Alfredo Bernardini, interpreti qualche anno fa di una meravigliosa integrale dei Brandeburghesi di Bach nell’ambito della Stagione Musicale, punta di diamante della musica barocca a livello mondiale, e il soprano Carlotta Colombo, finalista soltanto poche settimane fa al Concorso «Cesti» di Innsbruck.