La parola Festa stona e non poco con questo momento che stiamo vivendo. C’è pochissimo da festeggiare. Come c’era molto da pensare ma non altrettanto da festeggiare per la Festa della Liberazione.
Ma la Festa del lavoro di quest’anno merita una nostra partecipazione emotiva come cittadini e ancora di più la responsabilizzazione di tutti noi amministratori pubblici. Perché questo è il primo 1° maggio di un mondo del lavoro completamente diverso e che cambierà molto già da lunedì. Un mondo che non parla più come tutti gli altri anni dei problemi tradizionali legati al lavoro, di precarietà, di contratti, di articoli 18 e di tanto altro. Il mondo che abbiamo già davanti agli occhi e che vedremo nei prossimi mesi è quello in cui già oggi vediamo e viviamo un’economia che non solo ha dovuto fermarsi per contrastare il contagio, ma che soprattutto dovrà pesantemente cambiare per evitare il virus che riparta con numeri tali da ribloccare tutto e distruggere davvero il nostro sistema di sviluppo e lavoro.
Le misure che ci chiedono gli epidemiologi cambiano la vita di tutti noi e obbligano le imprese a modificare i loro sistemi di funzionamento, e quindi anche di lavoro, e naturalmente i loro volumi di produzione. Questo impatterà sul lavoro e sui lavoratori e potrebbe determinare qualcosa di più e di più grave delle problematiche di precarietà di cui si è giustamente discusso negli ultimi 20 anni in Italia.
Mai come oggi, quindi, il 1° maggio ci obbliga e stimola a rimboccarci le maniche e a mettere la testa tutti su come ripensare il modo per aiutare le imprese che ci sono a funzionare al meglio in sicurezza e quindi a fatturare e a dare lavoro nella massima sicurezza dei dipendenti. E ci obbliga a pensare come amministratori e come cittadini anche ai nuovi lavori che potrebbero nascere nell’economia della crisi, dai nuovi prodotti che saranno necessari per la sicurezza ai nuovi servizi ai nuovi modi di offrire servizi e prodotti che sono al centro dell’economia di oggi. E poi pensando a modi diversi di fare lavori e impresa attraverso la rete e che possono andare a valorizzare professionalità ed esperienze che sono attive oggi e che possono riconvertirsi.
Noi in Comune a Varese ci stiamo lavorando tutti i giorni e la cabina di regia sta già creando idee concrete, alcune delle quali stanno diventando buone pratiche anche di altri Comuni. Questa settimana dalla cabina di regia sono nate tante proposte con le associazioni di categoria, i rappresentanti sindacali e gli imprenditori, i commercianti, i professionisti, gli agricoltori e gli artigiani. Proposte che, insieme alle nostre azioni amministrative, potrebbero salvare o generare posti di lavoro. Non è un lavoro semplice e immediato, ma questa fase di riflessione serve a tutti per progettare, ripartire e poter tornare presto a festeggiare al meglio la festa del lavoro.
Pensiamo che questo sia il modo concreto di chiamare ancora “festa” quella del 1° maggio e renderla come sempre è stata una festa sentita e partecipata. Lavoriamo per aiutare i lavoratori nel creare lavoro nuovo, diverso, garantito e stabile che possa assicurare un futuro alle persone e alle famiglie.
Questo è il nostro 1° maggio. Avanti insieme all’insegna del lavoro e dello sviluppo.
Davide Galimberti
Sindaco di Varese