Due mesi, giorno più giorno meno. Tanto manca all’apertura delle scuole, ma la preparazione delle lezioni è già iniziata da tempo a Palazzo Estense. Il Comune di Varese, infatti, sta proseguendo nella road map che porterà all’adeguamento delle strutture alle nuove normative anti coronavirus. Un percorso avviato dal Comune, cui fanno capo i servizi per l’infanzia, le scuole primarie e le secondarie di primo grado, e che ha coinvolto la Provincia, responsabile degli istituti superiori, e l’Università degli Studi dell’Insubria. Temi principali i lavori edili sulle strutture, con ciascuno dei cinque Istituti comprensivi che vedrà interventi al suo interno per un totale cittadino da 310mila euro; il sindaco che diventerà commissario straordinario «per garantire – spiega Palazzo Estense – la necessaria rapidità e velocità nelle procedure che porteranno agli interventi»; la ricerca di spazi per le lezioni diversi dagli ordinari edifici; l’esigenza di mense sicure.
«Il nostro progetto – afferma l’assessore ai Servizi educativi Rossella Dimaggio – si basa su un patto educativo territoriale che comporterà condivisione e corresponsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il nostro lavoro parte ovviamente dalle indicazioni del Ministero, sulla cui base vanno armonizzate le esigenze delle varie realtà territoriali. L’obiettivo comune è, ovviamente, garantire a tutti gli studenti un rientro a scuola in sicurezza. Ripartire dalla presenza in classe è oggi quanto mai importante, dopo mesi in cui i nostri bambini e ragazzi hanno visto ridursi le possibilità di socialità. La sfida che abbiamo davanti è notevole; l’Amministrazione sta assicurando una regia indispensabile a tutti gli interventi, ma per arrivare al traguardo serve che ognuno dei soggetti coinvolti faccia al meglio la sua parte».
Primo tema da risolvere quello dei lavori edili di manutenzione straordinaria. Le esigenze sono state segnalate dalle stesse scuole, che devono adeguare i propri spazi alle prescrizioni per il contrasto alla pandemia da coronavirus. I fondi, che come detto sono pari complessivamente a 310mila euro, sono già stati messi a disposizione da parte del Governo e saranno utilizzati in tutti gli Istituti comprensivi della città tra servizi per l’infanzia e scuole elementari e medie. Per quanto riguarda gli istituti superiori invece, di competenza della Provincia, non sono state segnalate criticità sulla disponibilità di spazi ma sui trasporti, con i tanti studenti che arrivano in città anche dai Comuni limitrofi. La Provincia ha infatti assicurato che gli edifici di cui dispone non necessitano di ulteriori spazi, anche perché gli istituti useranno per lo più la formula che permette di avere metà degli alunni in presenza e metà in collegamento da casa.
Altro capitolo contenuto nelle linee guida ministeriali è poi la ricerca di spazi diversi dai plessi scolastici ordinari che possono essere utilizzati per incontri e lezioni. Il Comune si è fatto carico, come da normative, di individuare sia aree di propria competenza, come, a titolo d’esempio, il Salone Estense e la Sala Montanari, sia strutture che dipendono da altre realtà territoriali. È il caso, quest’ultimo, degli oratori della Brunella, di Biumo Superiore, della Kolbe e di Capolago, che per la loro vicinanza ad alcune delle scuole cittadine sono di per sé particolarmente funzionali. A queste aree si aggiunge poi la possibilità di mettere a disposizione temporaneamente un plesso scolastico di via Brunico, dove si potrebbe ottenere un numero significativo di classi aggiuntive.
«Questo complesso percorso – prosegue Dimaggio – è stato possibile grazie alla disponibilità di ognuna delle tante realtà cittadine fin qui elencate: gli istituti comprensivi e le scuole paritarie con i loro dirigenti, i parroci varesini, i responsabili della Provincia. Con loro abbiamo dato vita a diverse conferenze di servizi, mentre all’interno del Comune è stato creato un gruppo di lavoro che ha coinvolto i Servizi educativi, i Lavori pubblici e gli uffici giuridici. Nelle prossime settimane incontreremo anche le rappresentanze dei genitori, mentre, per quanto riguarda il tema mense, è già stato avviato un proficuo confronto con i gestori e con l’Agenzia di Tutela della Salute».
Non appena il patto educativo sarà condiviso da tutti i soggetti nella sua versione finale, il Comune si impegna, da ultimo, a rimodulare, sulla base delle esigenze delle stesse scuole e delle famiglie degli alunni, la totalità dei servizi che già sta offrendo: prescuola, dopo scuola, assistenza ad personam, mense, trasporti straordinari e per le aree periferiche.