Settimana scorsa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ci ha comunicato con un nuovo decreto che le misure per arrestare il contagio ci obbligheranno giustamente a casa almeno fino a metà aprile. In ogni caso, comunque, questa non sarà l’ultima misura: nel prossimo futuro, infatti, la nostra vita sarà scandita da diverse tappe per raggiungere l’obiettivo finale, la vittoria su questo maledetto virus che ha stravolto le nostre vite.
L’ulteriore rinvio delle misure era una notizia che molti si aspettavano, soprattutto vedendo i dati che ogni sera arrivano dalla Protezione civile sull’Italia e in particolare sulla Lombardia, regione epicentro della pandemia nel nostro Paese. Naturalmente era una misura necessaria e, insieme, è anche un primo segnale di speranza. L’indicazione di questi tempi si lega chiaramente alle nuove previsioni degli epidemiologi, che indicano appunto nella metà di aprile il possibile picco della pandemia italiana. Poi, poco per volta, verrà il tempo per cominciare a uscire dall’emergenza assoluta che viviamo e che sta costando centinaia di vite al giorno ancora adesso. Il probabile picco è quindi anche un segnale che lo sforzo incredibile che stiamo facendo tutti, con sacrifici economici e personali, sta cominciando a produrre risultati. Proprio per questo, però, non possiamo mollare di un millimetro, ma dobbiamo essere ancor più rigorosi di prima. Solo così le previsioni degli specialisti potranno essere confermate e noi potremo assieme cominciare a vedere la luce.
Nessuno può pensare di allentare la presa. Non adesso. Neppure quando si vede un dato lievemente migliorativo, quando si legge che si può anche portare un bambino a fare una piccola passeggiata intorno all’isolato di casa o, ancora, quando si sente l’obbligo di circolare con la mascherina imposto dalla Regione. Non si può uscire. Non ancora. E non si può farlo perché altrimenti ripiomberemmo tutti ancora in una emergenza infinita. Sì, dovremo passare solo con i nostri stretti familiari con cui viviamo in casa anche le festività pasquali. È un nuovo sforzo che ci è chiesto. Poi ci sarà il tempo per ritornare a fare festa con tutta la famiglia, come abbiamo da sempre fatto per la Pasqua. Non è ora, però. Vedrete, ne varrà la pena. Facciamo tutto questo, tutti questi sforzi, per poi ritornare alla normalità.
Come Comune di Varese continuiamo a rimboccarsi le maniche ogni giorno di più. La settimana passata, mentre il Governo prorogava le misure straordinarie, siamo in particolare riusciti ad avviare, con una doverosa velocità, due azioni decisive. A distanza di poche ore da quando il Governo ha messo concretamente a disposizione dei Comuni le risorse per i Buoni spesa per i cittadini in maggiori difficoltà economiche abbiamo infatti costruito la macchina che ne sta consentendo l’effettivo distribuzione. L’efficace tempistica con cui abbiamo agito è stata sottolineata da alcune istituzioni e media nazionali, con risultati che ci stimolano a fare sempre di più e sempre meglio per combattere questa guerra. Nella stessa direzione va la seconda iniziativa importante della settimana, con l’inizio della distribuzione delle mascherine che come Comune siamo riusciti a ottenere grazie ad alcune straordinarie aziende del nostro territorio e della Protezione civile regionale. Due esempi concreti, quelli messo in campo, di un utilizzo intelligente di tempo e risposte. Proprio il tempo, lo abbiamo imparato, è una variabile decisiva in questa guerra. E lo sarà altrettanto quando, insieme ai cittadini di Varese, dovremo combattere per la ricostruzione.