Si è aperta domenica 19 maggio 2019 ai Musei Civici di Villa Mirabello “Renato Guttuso a Varese”, la mostra, a cura di Serena Contini, con cui il Comune celebra il maestro di Bagheria, uno dei più interessanti artisti e intellettuali del Novecento italiano. Oltre mille i visitatori nei primi tre giorni di apertura: un successo che testimonia la grande attesa della città per questo evento. A inaugurare la mostra, oltre alla curatrice, al sindaco di Varese Davide Galimberti e all’assessore alla Cultura Roberto Cecchi, è stato anche il critico d’arte Carlo Arturo Quintavalle, autore di un excursus sull’opera di Guttuso. Presenti poi Rosita Missoni con il figlio Luca, Filippa Lagerback e Daniele Bossari.
«Questa mostra è un sogno che si realizza – ha detto il sindaco Davide Galimberti – un modo per celebrare il rapporto privilegiato che l’artista stabilì con Varese. La città ha risposto da subito con grande entusiasmo, affollando la mostra già dal primo giorno. Un ottimo segnale per proseguire su questa strada e offrire alla città sempre più eventi culturali di qualità. In questo senso è importante anche la nostra collaborazione con il Fai, che, sempre a Varese, ha realizzato in contemporanea un’altra importante esposizione internazionale sulle opere di Sean Scully».
Venticinque i dipinti di Guttuso esposti per la prima volta nelle sale della settecentesca Villa Mirabello, in un percorso a temi che permette di valorizzare le opere che appartengono alla collezione Pellin. Tra queste, il celebre dipinto Spes contra spem, l’opera simbolo del maestro di Bagheria, che rappresenta il valore assoluto della memoria per l’artista e la sua eredità spirituale. Uno degli ultimi capolavori che il Maestro considerava una sorta di testamento.
Le opere, organizzate in nove sezioni, vanno dalla Natura morta. Barattoli del 1966, passando per l’autoritratto (L’Atelier) del 1975, per arrivare a Il sonno della ragione genera mostri del 1980, dipinto in occasione della strage di Bologna. La mostra si chiude con l’opera simbolo di Guttuso: quella Spes contra spem del 1982, vero e proprio manifesto e “summa della poetica dell’artista”, già esposta in sedi prestigiose come Roma a Castel S. Angelo, New York e Palazzo Reale a Milano. Una tela di considerevoli dimensioni di tre metri per tre e cinquanta ove si scorge tutta l’importanza dell’esperienza varesina. Un’opera in cui si evince l’influenza delle atmosfere del territorio della città di Varese, dove venne dipinta, e dove Guttuso ebbe modo di frequentare, tra gli altri, intellettuali come Guido Piovene, Dante Isella, Piero Chiara, Angelo Frattini, Vittorio Tavernari.
Guttuso infatti frequentò per trent’anni, a partire dal 1953, lo studio di Velate a Varese: il territorio fu fonte d’ispirazione e di creazione di opere di grande valore come La Vucciria, che racconta la città di Palermo, ma venne dipinta nella città giardino.
Lungo il percorso espositivo le opere di Guttuso sono corredate anche da documenti e fotografie inediti, pannelli esplicativi e citazioni tratte dalle dichiarazioni dell’artista, che arricchiscono di significato la mostra e permettono al visitatore di conoscere intimamente la poetica di Guttuso. Alla realizzazione della mostra ha collaborato anche Fabio Carapezza Guttuso: nel catalogo si può infatti trovare un suo significativo contributo con testimonianze inedite di una realtà speciale, vissuta col Maestro, in prima persona.
«Grazie alla rinnovata attenzione dell’Amministrazione comunale – spiega Roberto Cecchi, assessore alla Cultura del Comune di Varese – dopo anni in cui si è continuato a riflettere sull’importanza del legame Varese-Guttuso, si è finalmente concretizzato l’ambizioso progetto culturale che permetterà la visione di opere del Maestro di Bagheria ai Musei Civici di Villa Mirabello. Per questo abbiamo colto con entusiasmo la disponibilità della famiglia Pellin di offrire alla città le opere di Guttuso, onorando la volontà del fondatore Francesco Pellin che per vent’anni ha raccolto con caparbietà e intelligenza i lavori dell’artista, insieme al Maestro dando corpo alla più importante raccolta dei suoi dipinti».
La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Pellin: ventuno opere sono patrimonio della Fondazione, e oggetto di un comodato d’uso con il Comune di Varese, e altre quattro sono in prestito. La rassegna è organizzata con il patrocinio di: Commissione Europea, Regione Lombardia, Provincia di Varese, Università degli Studi dell’Insubria e Archivi Guttuso. Importante anche la collaborazione con l’Associazione Giovanni Testori e con il FAI. Grazie a quest’ultima si potranno visitare le mostre Sean Scully – Long Light, in esposizione a Villa Panza, e quella di Guttuso a Villa Mirabello, con un unico biglietto ridotto.