Non solo Bilancio di previsione e Documento unico di programmazione. Il Consiglio comunale di questa sera, prima di iniziare la lunga discussione sui temi economici, ha approvato altre importanti delibere che riguardano la riqualificazione della città e la valorizzazione degli spazi e le sale museali.
Una delle più importanti delibere votate dal consiglio contiene la riconferma anche per il 2020 degli incentivi per la valorizzazione delle aree dismesse. Chi riqualificherà il proprio edificio produttivo non commerciale e assumerà nuovo personale dipendente a tempo indeterminato avrà, come già avvenuto quest’anno, una riduzione degli oneri perequativi fino al 90% del totale.
«Lo scopo di questa misura – ha affermato l’assessore alla Pianificazione territoriale Andrea Civati – è quello di supportare il miglioramento della situazione economica nel territorio comunale e le conseguenti ricadute socio-economiche, quali l’aumento del livello occupazionale e della popolazione residente. È un modello che abbiamo già sperimentato e che abbiamo visto funzionare. Le aree dismesse sono un patrimonio che dobbiamo sfruttare e, così, incentiviamo i proprietari a investire su di esse, dando nuova vita a fabbriche e imprese senza consumare ulteriore suolo».
Le riduzioni degli oneri perequativi potranno arrivare, come detto, fino al 90% del totale e saranno suddivise in scaglioni progressivi. Il 20% sarà scontato a chi assume tra i 10 e i 19 addetti; il 40% a quanti ne assumeranno tra i 20 e i 29; il 60% se le nuove assunzioni saranno tra le 30 e le 39 e l’80% se queste ultime andranno oltre le 40 unità. Un ulteriore 10% di riduzione, a prescindere da quale sia la fascia in cui l’azienda sarà inserita, verrà riservato a quanti assumeranno almeno la metà degli addetti tra gli iscritti alle liste del Centro per l’impiego di Varese o del Nucleo di inserimento lavorativo del distretto della Città Giardino.
L’altra novità approvata questa sera dal consiglio di Palazzo Estense riguarda la valorizzazione delle sale e gli spazi comunali con l’introduzione di un nuovo impianto tariffario per l’affitto dedicato alle realtà profit. La delibera non modificherà nulla invece per le tante realtà no profit varesine che comunque continueranno a beneficiare della gratuità delle sale grazie al meccanismo del patrocinio del Comune.
Il nuovo impianto tariffario dei musei comunali si divide in realtà in due: da un lato un aggiornamento dei biglietti di ingresso alle mostre che arriva anche in seguito all’esperienza di successo dell’esposizione di Renato Guttuso e delle tante altre proposte culturali che si stanno svolgendo negli altri musei. Dall’altro quello relativo all’applicazione di un tariffario per gli enti profit che volessero affittare sale e spazi comunali.
Nel primo caso l’aggiornamento dei biglietti per le collezioni permanenti andrà da un minimo di 5 euro (3 il ridotto) a un massimo di 10 euro (7 il ridotto) e i tagliandi saranno cumulativi per le sedi di Villa Mirabello e del Castello di Masnago; per le mostre temporanee la tariffa verrà invece stabilita dalla Giunta in base a durata e importanza degli eventi.
L’affitto degli spazi museali per le realtà profit, invece, varierà da sala a sala. Al Castello di Masnago si andrà dai 200 euro minimi al giorno (250 massimi) per la Sala conferenze, i Laboratori didattici o il portico e il cortile interno ai 400 euro (500 massimi) per lo Spazio mostre nell’ala ovest del primo piano e per la Sala svaghi. A Villa Mirabello 400 euro al giorno (500 massimi) per lo Spazio mostre del piano terra – ala est e per la Sala ottagonale, mentre per la Sala Risorgimento, il Laboratorio didattico e il Cortile interno del lucernario il prezzo andrà da 200 a 250 euro. Stesso range, quest’ultimo, che verrà applicato alla Sala Veratti, mentre per la Sala Nicolini verranno richiesti da un minimo di 80 euro a un massimo di 100.
«Queste novità – ha affermato il sindaco Davide Galimberti – ci permetteranno di valorizzare ancora di più gli spazi dei nostri Musei, aprendoli ai tanti soggetti che ce li chiedono e rendendoli sempre più vivi. Quanto ricaveremo, poi, ci consentirà di gestire meglio le sale e di poter programmare interventi di ammodernamento e innovazione».