Nasce a Varese Ri – Hub food, il nuovo spazio attivato dal Comune di Varese per raccogliere e donare il cibo invenduto ma ancora adatto al consumo. Un’iniziativa della città per contrastare lo spreco alimentare con il coinvolgimento di una rete di associazioni e realtà del mondo dello sport, commercio, formazione e volontariato.
“Varese ha attivato in questi anni un insieme di politiche e iniziative per rendere la città sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e culturale – spiega il sindaco Davide Galimberti – La creazione del nuovo hub rappresenta un tassello ulteriore che vuole mettere a sistema uno strumento in grado di favorire la riduzione e prevenzione dello spreco alimentare, che è uno dei temi dell’Agenda 2030 e che costituisce un elemento per il quale i contesti urbani possono rivestire un centrale, come punto di raccordo tra i diversi attori del sistema alimentare, come mense, mercati alimentari, cittadini, associazioni. Un progetto che rientra all’interno di una visione complessiva di città sostenibile, grazie allo sviluppo in questi anni di molti interventi che agiscono su ambiti differenti, dalle opere svolte su scuole ed edifici cittadini per ridurre consumi, emissioni e favorire le fonti di energia rinnovabile, alle misure per incentivare la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti con impianti più moderni ed efficienti, agli interventi sulla mobilità sostenibile, alla piantumazione di centinaia di nuovi alberi per creare un nuovo polmone verde nel centro città, alle azioni di sensibilizzazione e informazione ambientale, fino al progetto di realizzazione di un hub di ricerca, innovazione e progettualità sulla mobilità del futuro”.
“Questo progetto è parte di un percorso nato dall’attività del tavolo Varese Città Antispreco costituito due anni fa – dichiara Nicoletta San Martino, assessora alla Tutela ambientale, economia circolare e sostenibilità sociale – Un progetto a cui partecipano soggetti pubblici, imprese e enti del terzo settore e il cui scopo è far conoscere e attuare la legge Gadda cogliendone tutte le opportunità, attraverso la creazione di reti e azioni di recupero di eccedenze non solo alimentari. Voglio ringraziare le associazioni con le quali abbiamo costruito questo progetto; è stato un percorso di partecipazione con le realtà implicate direttamente sul territorio a fianco di chi vive una condizione di povertà, per arrivare insieme a rispondere al meglio ai bisogni e cogliendo le opportunità specifiche della nostra città. Questo lavoro di co-progettazione che ha portato alla creazione dell’hub è la dimostrazione di come la sussidiarietà sia un fattore essenziale anche nell’amministrare una città. Come amministrazione, condividere le fasi di progettazione e poi sostenere le associazioni che gestiranno l’hub garantisce di certo il risultato più efficace nella risposta ai bisogni specifici della nostra città attraverso la lotta agli sprechi, la salvaguardia dell’ambiente e il sostegno ai più fragili. Le numerose adesioni da parte del mondo del commercio, dello sport, dalle istituzioni scolastiche, dell’università, e naturalmente delle realtà del volontariato, sono testimonianza della potenzialità di questo progetto”.
La sostenibilità ambientale si ritrova anche nella modalità di raccolta delle eccedenze: ri-HUB food infatti prevede che giovani volontari in sella alle bici cargo elettriche ritirino giornalmente la merce invenduta dai negozi del centro e la consegnino all’hub perché possa essere donata alle associazioni che ne faranno richiesta per i loro assistiti in condizioni di fragilità, allo stesso tempo promuovendo anche la cultura del dono e la bellezza del volontariato specialmente tra i giovani.
Le tre realtà che gestiranno l’hub sono Pane di sant’Antonio, Banco Nonsolopane e Croce Rossa. ATS ha definito i protocolli igienico sanitari e formato i volontari, mentre l’Ufficio scolastico provinciale hanno definito i percorsi di alternanza scuola-lavoro per gli alunni dell’Istituto alberghiero De Filippi, che parteciperanno alla gestione operativa dell’hub, e per gli alunni del Liceo Artistico delle Scuole Manfredini, che hanno ideato il logo e l’immagine coordinata “vestendo” anche le bici cargo che sono state “svelate” al termine dell’inaugurazione.
In qualità di donatori hanno aderito al progetto AIME, ASCOM, Associazione Panificatori, CNA, Confartigianato Imprese, Confesercenti, Istituto De Filippi. Inoltre Università degli Studi dell’Insubria, Pallacanestro Varese, Il Basket siamo noi, Scout AGESCI zona Varese parteciperanno coinvolgendo adulti e ragazzi nelle attività di recupero sulle bici cargo.
“Lo spreco incide negativamente sull’economia e fa male all’ambiente – aggiunge San Martino – il recupero, la rigenerazione e il riuso delle eccedenze portano ad una riduzione dei rifiuti che contribuisce a realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Introdurre azioni di riduzione dello spreco alimentare è quindi pilastro indispensabile per un’efficace azione climatica se si pensa che più del 30% delle emissioni derivano dalla filiera alimentare e di queste un terzo è imputabile allo spreco di cibo”.