La valorizzazione di Piazza Repubblica non si ferma. Dopo il primo intervento sulla pavimentazione, che ha portato allo spostamento del mercato, ora a collaborare alla progettazione per una ulteriore valorizzazione architettonica e funzionale sarà l’Università della Svizzera italiana con l’Accademia di architettura di Mendrisio. Il Comune di Varese e l’Università svizzera hanno di recente firmato una convenzione che porterà dunque a questa stretta sinergia.
A presentare la collaborazione italo-svizzera, questa mattina in conferenza stampa, sono stati il Sindaco di Varese Davide Galimberti, l’Assessore Andrea Civati, il Rettore dell’Università della Svizzera italiana (USI) Boas Erez e Riccardo Blumer, Professore dell’Accademia di architettura di Mendrisio.
L’obiettivo è quello di arrivare presto ad un progetto realizzato dagli studenti dell’Accademia di architettura guidati dal Professor Riccardo Blumer. Una progettazione che vedrà il proseguimento della valorizzazione della piazza, con una stretta connessione con il nuovo Polo culturale, e la realizzazione del nuovo mercato coperto.
«Questa importantissima collaborazione è già partita – ha affermato il Sindaco Davide Galimberti – gli studenti dell’Accademia, guidati dal Professor Blumer, hanno iniziato a studiare la piazza per completarne l’aspetto architettonico e funzionale, anche a fronte dall’avvio dei lavori della caserma e dello spostamento del mercato. Questa idea di collaborazione è stata condivisa con gli attori dell’Accordo di Programma, Regione e Università dell’Insubria, e questo anche perché la riqualifica della Caserma è connessa con il trasferimento dell’importante e famoso Archivio del Moderno che occuperà l’ultimo piano del nuovo Polo culturale. Ringrazio il Rettore dell’Università della Svizzera italiana e il Professor Blumer per questa collaborazione che evidenzia la grande sinergia tra i nostri territori. Valorizzare le competenze, e metterle in condivisione, è un ottimo esempio di collaborazione istituzionale».
A spiegare l’importanza dell’Archivio del Moderno, che prenderà posto nel nuovo Polo culturale di Varese, è stato proprio il Rettore dell’Università della Svizzera italiana, Prof. Boas Erez il quale ha ricordato la lunga ricerca fatta per trovare la giusta collocazione a quella che è una delle più importanti e preziose raccolte di documenti di architettura moderna. Alla fine dunque sarà proprio Varese ad ospitare la parte italiana dell’Archivio.
«Ringrazio il Comune di Varese per la grande collaborazione che ha portato ad una soluzione condivisa – ha detto il Rettore Boas Erez – l’Archivio del Moderno è nato 25 anni fa ed è composto in prevalenza da lasciti di architetti del moderno. Un archivio prezioso che negli anni ha raccolto tantissimo materiale e ora potrà essere valorizzato ancora di più grazie a questa collaborazione. Questo anche in considerazione delle affinità tra le nostre realtà visto il progetto del nuovo Polo culturale di Varese dove sarà inserito l’Archivio. C’è poi anche il tema della vicinanza geografica potenziata dai nuovi collegamenti ferroviari Varese-Mendrisio che garantiscono una facile accessibilità agli spazi condivisi. Un accordo importante dunque che rappresenta una tappa ulteriore delle collaborazioni che si possono sviluppare nella regione insubrica».
In conferenza stampa era presente anche l’assessore Andrea Civati che ha sottolineato come intorno alla Piazza Repubblica si stia esprimendo una grande vitalità: «Uno spazio – ha detto l’assessore – che fino a poco fa era un “non luogo”, poco riqualificato e con una percezione di scarsa sicurezza. Oggi, grazie ad una serie di sinergie come l’accordo con la Svizzera, questo sta diventando un luogo pieno di vitalità e di energia. L’idea di coinvolgere l’Accademia di Mendrisio ha inoltre il chiaro obiettivo di aumentare la qualità architettonica dello spazio grazie ad un progetto condiviso che sia presto cantierabile. Oltre ad una grande qualità culturale vista la realizzazione di uno dei più grandi poli culturali del territorio con i suoi oltre 10mila metri quadrati di superficie».
«Stiamo lavorando al progetto della piazza con gli studenti dell’Accademia – ha spiegato il professor Riccardo Blumer – da tempo nelle città contemporanee storiche si affronta il ri-progetto delle piazze non come vuoto ma come “pieno” necessario per creare città. Questo ruolo dei “vuoti” è stato dimenticato in epoche recenti, la loro capacità di essere “generatori” urbani è la premessa per una progettazione più ampia e complessiva delle nostre città, ormai inevitabile. Come prima condizione le piazze devono tornare ad essere vissute ed attraversate dalle persone con gioia. In piazza Repubblica già l’arrivo del mercato permesso enormi passi in avanti esprimendo il vero potenziale di questo luogo. Il mercato infatti non è solo commercio ma anche cultura, scambio, relazione, elementi genetici della comunità. Con gli studenti ci stiamo poi focalizzando su tre aspetti: l’ideazione di un tetto pubblico in memoria del mercato coperto demolito, la valorizzazione del rapporto tra piazza e monumento (a cui è stata “amputata” la grande scalinata e che potrebbe chiamare una fontana) e infine sul tema della via di ingresso alla città che proviene dall’autostrada il cui traffico va “segregato” per la vita della piazza stessa in modo propositivo ed intellligente. Inoltre, la nostra scuola è molto attenta al tema della sostenibilità e dell’energia per cui proporremo soluzioni che possano consentire a questo luogo di auto alimentarsi di energia per la luce, la rete e per essere un servizio agli utenti senza pesare sul consumo della città stessa».