Un sogno di mezza estate, un tentativo che merita di essere fatto. Varese prova a candidarsi per i Mondiali di ciclismo su strada 2020 e, dopo la disponibilità già emersa negli scorsi giorni da parte della Società ciclistica Alfredo Binda, arriva anche il contributo di Palazzo Estense. Le gare si sarebbero dovute svolgere in Svizzera, tra Aigle e Martigny, dal 20 al 27 settembre, ma sono state cancellate dopo che il Consiglio federale elvetico ha vietato fino a ottobre eventi che riuniscano più di mille persone.
«Siamo già in contatto – afferma il sindaco Davide Galimberti – con la Binda e con il suo presidente Renzo Oldani. È ovviamente difficile, dato il poco tempo per organizzarsi, e dopo l’emergenza coronavirus serve una attenta riflessione. Se ci fosse la possibilità, però, perché non provarci?»
«Varese – aggiunge l’assessore allo Sport Dino De Simone – ha da poco dato prova di grande attenzione e giuste garanzie, sia sotto l’aspetto sanitario sia sotto quello organizzativo, con il Grande Trittico Lombardo. È stata una delle prime corse per professionisti alla ripartenza della stagione dopo il lockdown ed è stata gestita in maniera ottimale. Avere di nuovo il Mondiale sulle nostre strade sarebbe un sogno».
Se le verifiche e le riflessioni interne alla Città Giardino dovessero dare un responso positivo, resterebbe poi da convincere l’Union Cycliste Internationale. Che, comunque, ha già annunciato di essere al lavoro «per trovare un progetto alternativo e realizzare comunque l’edizione 2020 dei Mondiali, preferibilmente in Europa e nelle stesse date inizialmente programmate». Nota essenziale è che potrebbero svolgersi «tutte o alcune delle gare», con la possibilità quindi di vedere anche solo le due prove più importanti: quelle in linea per le élite e per i professionisti. L’UCI si è impegnata a «comunicare ulteriori informazioni il prima possibile e a prendere una decisione definitiva entro il 1° settembre».