Dopo l’approvazione del Masterplan delle stazioni in Consiglio comunale, il progetto entra ora nel vivo con gli incontri diretti con i proprietari degli immobili presenti nell’area interessata dal grande piano di rigenerazione. Una zona con una superficie pari a 122.940 metri quadrati occupata da aree private che si estendono da Giubiano fino a viale Belforte e a via Carcano. Il tutto a due passi dal cantiere degli scali ferroviari.
A pochi giorni dunque dal voto favorevole dell’assemblea di Palazzo Estense l’amministrazione ha convocato i proprietari delle aree private per illustrare i dettagli del Masterplan approvato. Presenti alla riunione il sindaco Davide Galimberti, l’assessore Andrea Civati e i tecnici comunali.
«Non c’è tempo da perdere quando si parla di rigenerazione urbana e di riqualificazioni – spiega l’assessore Andrea Civati – quelle zone hanno aspettato anche troppo Dopo il passaggio in Consiglio comunale intendiamo ora accelerare sul progetto del Masterplan e coinvolgere da subito i proprietari degli immobili presenti nell’area. Questo è un passaggio fondamentale perchè ci da modo di illustrare le opportunità che si sono aperte per chi deciderà di riqualificare immobili dismessi da decenni».
Quattro le colonne portanti del progetto pubblico: il nuovo parco “spina verde”, con un viale alberato e la riqualificazione del Vellone; la connessione tra piazzale Kennedy, via Cimone e via Montesanto; la ricucitura delle divisioni fisiche ma anche sociali che dividono quest’area dal resto della città e, da ultimo, l’ipotesi di una “strada parco” tra via Lazzaretto e via Montesanto.
«Sono molto contento della risposta positiva dei proprietari delle aree che hanno partecipato in grande numero all’incontro di questo pomeriggio – prosegue Civati – Siamo sicuri che la dinamicità e progetti innovativi possano aprire scenari interessanti di sviluppo. L’obiettivo del Masterplan infatti è quello di creare uno spazio contemporaneo che abbia coerenza con il Cantiere Stazioni. In questo modo riusciremo a ricucire la città su aree abbandonate da decenni. Per fare questo però il ruolo dei privati sarà determinante».