Il Comune di Varese propone l’utilizzo dell’ex clinica “La Quiete” come struttura di emergenza per fronteggiare la seconda ondata della pandemia da coronavirus. Palazzo Estense ha presentato questa mattina, ai curatori fallimentari e al giudice fallimentare, un’istanza per il comodato d’uso a tempo determinato del compendio immobiliare di via Dante Alighieri.
«Abbiamo chiesto l’assegnazione della struttura al Comune – afferma il sindaco Davide Galimberti – per poi metterla a disposizione delle autorità sanitarie. Da parte di queste ultime e dell’ATS sono arrivate richieste di ulteriori spazi per fronteggiare la pandemia e, così, ci siamo attivati per recuperare l’ex clinica oltre al centro vaccinale della scuola Salvemini, che sarà operativo dai primi di novembre. L’idea de “La Quiete”, per altro, non è nuova; l’avevo personalmente già proposta a marzo, ma, poiché i casi di coronavirus erano numericamente inferiori, l’utilizzo non era stato necessario. Ora, con questa recrudescenza dei contagi soprattutto nella nostra provincia, torniamo a proporre questa soluzione».
Palazzo Estense chiede così di poter allestire a “La Quiete” «un presidio sanitario di primo intervento», per tutte le esigenze che si manifesteranno, «sino a che sarà efficace la dichiarazione di stato di emergenza sanitaria nazionale e locale». Un elenco di necessità che potrebbe comprendere, a titolo d’esempio, punti tampone e spazi per cittadini in quarantena.
«Tale struttura sanitaria – afferma l’Amministrazione – è inattiva da pochi anni (e dunque ancora potenzialmente funzionante), si trova in zona centrale e facilmente accessibile e può contare sulla disponibilità di buona parte delle attrezzature a essa funzionali. Il compendio sanitario appare preferibile rispetto ad altre soluzioni anche in ragione della riduzione dei tempi e dei costi per l’allestimento e per l’avvio delle attività necessarie per fronteggiare la crisi».
Il Comune, «a fronte della messa a disposizione dell’ex clinica», provvederà a compiere , «in collaborazione con le autorità sanitarie, quanto necessario per ripristinare la funzionalità della struttura, ivi compresa la pulizia degli stabili, la riattivazione delle relative utenze e la predisposizione delle necessarie pratiche amministrative».