Un quadro di Gianfilippo Usellini per impreziosire la collezione del Museo di arte moderna e contemporanea del Comune di Varese. “Come tira il vento”, questo il titolo della tela realizzata dall’artista lombardo nel 1965, è stato donato a Palazzo Estense dalla famiglia di Luigi Zanzi e verrà esposto al Castello di Masnago.
«Una decisione – spiegano i donatori – frutto della volontà di ricordare Luigi e presa in considerazione dell’appassionato contributo che volle attivamente offrire a Varese. Questa era la sua città, che tanto amava in tutti i suoi molteplici aspetti».
«Alla famiglia di Luigi Zanzi – le parole del sindaco Davide Galimberti – va il mio ringraziamento personale, oltre che quello di tutta la città. Luigi Zanzi si è sempre impegnato per Varese e ora tutti i cittadini potranno tenerne vivo il ricordo anche grazie a questo bellissimo quadro».
L’artista
Gianfilippo Usellini nacque a Milano nel 1903. Iniziò a dipingere giovanissimo, studiando poi all’Accademia di Belle arti di Brera con Ambrogio Alciati. A soli 23 anni venne invitato a esporre alla Biennale di Venezia. Nei decenni giovanili fu vicino al movimento di Novecento italiano, per divenire in seguito uno dei principali protagonisti dell’arte figurativa del Paese. Usellini dedicò la sua vita alla pittura e all’insegnamento a Brera e in altre istituzioni milanesi.
Dal 1961 divenne titolare della cattedra di Decorazione e affresco all’Accademia di Brera e, in contemporanea, diede vita a corsi di affresco ad Arcumeggia, dove si stava realizzando un grande museo all’aperto in cui lo stesso Usellini dipinse. Nel 1962 realizzò infatti, nel borgo del Varesotto, l’affresco intitolato “Il ritorno dell’emigrante” e la decorazione di una cappelletta votiva con affreschi che raffigurano Sant’Antonio abate e San Rocco.
A queste opere serve aggiungere, per comprendere la grandezza dell’artista, le opere pubbliche per il Palazzo del Governo di Sondrio e quelle per il Comune di Vimercate, oggi conservate ed esposte al Museo del Territorio Vimercatese, oltre che le numerose scenografie che il maestro ideò nel secondo dopoguerra per il Teatro alla Scala di Milano.
Gli anni ’50 e ’60 per Usellini furono contrassegnati da un continuo interesse per il Carnevale Ambrosiano, del quale restituì in numerose tele una visione allegorica, popolare, coloristica, non priva di una certa sfumata malinconia.
Morì ad Arona nel 1971.
L’opera
Seppur idealmente allegri, i festeggiamenti in maschera nei dipinti sul tema sono permeati di una sottile tristezza metafisica, mentre i soggetti sono sfiorati da un che di favolistico, da ricondurre, su un piano psicologico e introspettivo, a silenzi sospesi e irrisolti.
Per quanto riguarda “Come tira il vento” ( realizzato nel 1965) si tratta di una visione marina con un vasto pontile che corre in ripida prospettiva la tela, dalle dimensioni di 61 x 90 centimetri. Un paesaggio popolato da numerosi Pulcinella, maschera tipica campana della commedia dell’arte e del carnevale. Con un instancabile gioco di sguardi sotto le mascherine insolitamente colorate, i protagonisti sono raccolti in capannelli di persone, intenti a osservare il mare e, sullo sfondo, a schiaffeggiarsi.
Al largo, lo specchio d’acqua è percorso da vele bianche al vento, particolare che dà nome all’opera. Visibili anche un promontorio arrossato dal sole e nuvole crepuscolari, filamentose e vibratili, sospinte e allungate dall’aria che soffia.