Ritorna la grande musica a Varese rinnovando la vocazione sinfonica della passata Stagione di concerti. Sette appuntamenti con grandi solisti e orchestre, per altrettanti programmi che spaziano dal barocco ai giorni nostri, da Thomas Weelkes e William Byrd, autori dei quali ricorre quest’anno il quattrocentesimo anniversario dalla morte, ad Arvo Pärt, attraverso Johann Sebastian Bach, il virtuosismo funambolico delle arie d’opera del Settecento, e il romanticismo e il tardo romanticismo di Čajkovskij e Rachmaninov, di Mascagni, Puccini, Faccio e Boito.
La Stagione Musicale Comunale rinnova il sodalizio con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano (OsCoM) guidata da Pietro Mianiti, e con la Basilica di San Vittore che per il secondo anno consecutivo mostra nei confronti della città, una sensibilità non comune.
“Una manifestazione in grado di unire l’alta qualità della proposta, che porta a Varese grandi interpreti della musica a livello internazionale, con la volontà di rendere gli spettacoli realmente accessibili a tutti” – spiega il sindaco Davide Galimberti.
«Siamo molto grati al prevosto monsignor Luigi Panighetti e alla Curia di Milano – dichiara l’assessore alla Cultura Enzo Laforgia – Ancora una volta, la straordinaria bellezza di questo prezioso scrigno farà da cornice alle splendide musiche straordinariamente interpretate, offrendo agli spettatori una esperienza sensoriale totale, che saprà arricchire ed elevare il loro animo. E in tempi difficili e di grande incertezza, come quelli che stiamo vivendo, di questo abbiamo tutti bisogno».
La Stagione Musicale Comunale, da sempre sinonimo di qualità e prestigio per gli artisti che da quasi un quarto di secolo ospita, è realizzata grazie all’intuito e conoscenza del professor Fabio Sartorelli, da sempre direttore artistico della rassegna.
La Stagione quest’anno sarà «una Stagione tante voci» per l’importanza dei gruppi corali in cartellone. Ben quattro, infatti, saranno i cori coinvolti: il Coro Lirico Sinfonico di Parma e dell’Emilia-Romagna, Vox Luminis, i King’s Singers (sei cantori che cantano come se fossero un coro), e l’Estonian Philharmonic Chamber Choir.
E poi, accanto a quelle elencate, ascolteremo anche la voce del controtenore Raffaele Pe assurto alle cronache dopo aver interpretato «Lascia ch’io pianga» di Händel accanto al pianista Stefano Bollani nella fortunata trasmissione RAI «Via dei matti n°0».
Per i programmi dettagliati, l’acquisto di biglietti e abbonamenti: www.stagionemusicale.it
PROGRAMMA
Si inizia venerdì 28 ottobre con un grande concerto sinfonico-corale (quasi 90 esecutori) con la OsCoM e il Coro Lirico Sinfonico di Parma e dell’Emilia-Romagna. Sotto la guida di Pietro Mianiti le due compagini eseguiranno una inedita «Cantata Patria» scritta a quattro mani da Franco Faccio e Arrigo Boito intitolata «4 giugno 1859» e dedicata all’epica battaglia di Magenta, quella che vide la sconfitta dell’esercito austriaco. In apertura di concerto ascolteremo due brani rispettivamente di Pietro Mascagni, Il sogno di Ratcliff, che sembra anticipare le note di Over the Rainbow, e il Capriccio Sinfonico di Giacomo Puccini, tutti a loro tempo allievi del Conservatorio di Milano.
Si prosegue mercoledì 23 novembre con il primo appuntamento dedicato alla musica barocca. Protagonista assoluto il controtenore Raffaele Pe che, assieme all’ensemble La lira d’Orfeo, ci farà rivivere i virtuosismi vocali dei grandi castrati del ‘700, da Caffarelli a Senesino, fino all’immortale Farinelli.Assolutamente da non perdere è poi il concerto dedicato ai Magnificat di Johann Kunhau e a quello celeberrimo di Johann Sebastian Bach. Gli interpreti, di prestigio mondiale, eseguiranno i due Magnificat ponendo in perfetto equilibrio rigore e fantasia: accanto ai Freiburger Barockorchester ascolteremo il coro Vox Luminis uno dei migliori in assoluto.
E per gli amanti del tardo romanticismo e per tutti coloro che, al di là delle cronache belliche, non vogliono dimenticare il ruolo da protagonista giocato dalla Russia in tutti i campi del Bello, ecco un concerto che unisce il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, nel 150° anniversario della nascita, alla Suite dallo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij (in programma il 25 gennaio). Accanto alla OsCoM e a Pietro Mianiti ascolteremo al pianoforte il giovane Alexander Malofeev, vincitore a soli 14 anni del Concorso Čajkovskij per giovani musicisti. Se perderete questo concerto a Varese, vi toccherà viaggiare o a Napoli o a Lucerna dove il giovane musicista suonerà lo stesso concerto diretto da Riccardo Chailly.
Ospiti ben noti al pubblico della Stagione Musicale i King’s Singers (22 marzo) si esibiranno in un programma che nella prima parte celebra il 400° anniversario della nascita di due autentici monumenti della musica inglese: Thomas Weelkes e William Byrd. Poi, come sempre, i King’s concluderanno il concerto con la loro brillante e tipica antologia di brani famosi arrangiati alla loro maniera, unica e irripetibile.
Se vi state chiedendo chi sia l’Estonian Philharmonic Chamber Choir, più confidenzialmente l’EPCC, allora la risposta è semplice: è uno dei migliori cori al mondo. Del resto, se non fosse così non avrebbe cantato sotto la direzione di personalità quali Claudio Abbado, Helmuth Rilling, Paavo Järvi, e molti altri mostri sacri della musica classica. Ma soprattutto non sarebbe il coro per il quale il grande Arvo Pärt, uno dei compositori di oggi più amati al mondo, ha scritto gran parte della sua musica vocale. Insomma, un tuffo nella musica di oggi per recuperare lo spirito della Quaresima e della Pasqua.
Centotrenta anni fa veniva eseguita per la prima volta la Sesta Sinfonia di Pëtr Il’ič Čajkovskij e noi abbiamo pensato fosse giunto il momento di eseguire anche qui a Varese questo commovente “canto del cigno”. Avremo con noi per l’ultima volta la OsCoM e Pietro Mianiti e una promessa in tasca: vi faremo commuovere.
Informazioni:
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MIV – Multisala Impero Varese (biglietti e abbonamenti)
via Giuseppe Bernascone 13 – 21100 Varese Tel +39 0332 284004
email: info@multisalaimpero.com
info@stagionemusicale.it
Feriali: 17.00/22.00 – Festivi: 15.00/22.00
Inizio vendita biglietti e abbonamenti: www.stagionemusicale.it
Per i programmi dettagliati, l’acquisto di biglietti e abbonamenti, consultare il sito:
www.stagionemusicale.it
Aspettando la Stagione Musicale
Novità di quest’anno è una minirassegna di quattro appuntamenti di musica e voci, pensieri e conversazioni, disseminati fra il centro e la periferia di Varese. Il primo e il terzo appuntamento saranno rispettivamente dedicati alla musica e alla società contadina pugliese, e alla grande poetessa Alda Merini, il secondo alle Stagioni secondo Vivaldi e alle stagioni nell’epoca dei grandi cambiamenti climatici. L’ultimo incontro offrirà un piccolo affresco di musica e natura nell’età barocca sotto la guida esperte dell’oboista Alfredo Bernardini, docente al Mozarteum di Salisburgo.
Sabato 1 Ottobre | Spazio YAK | ore 21
Maria Moramarco in:
STORIE E PATORIE
Maria Moramarco | voce
Luigi Bolognese | chitarre
Nico Berardi | zampogna, charango, quena
Francesco Savoretti | percussioni etniche
Il primo concerto sarà ambientato nell’originale Spazio Yak, al centro di piazza Fulvio De Salvo, al numero 6, nel quartiere Bustecche.
Protagonista, un quartetto di musicisti provenienti dalla Puglia e più specificatamente dal territorio della Murgia, capitanato dalla ricercatrice e cantante Maria Moramarco, che presenta il suo concerto, dal titolo Storie e Patorie.
Si tratta di un progetto musicale nato per raccontare le ancestrali storie del popolo delle pietre, le miserie e le nobiltà dei “cafoni all’inferno”: uomini, bestie ed eroi della civiltà contadina pugliese. Maria Moramarco è il cuore del progetto: è la ricerca e la voce. Una voce cristallina e potente, figlia naturale degli antichi cantori e cantatrici che hanno tramandato la tradizione orale nelle contrade murgiane e della Puglia, terra meridiana, di confine, con le vicine civiltà mediterranee. Maria Moramarco proviene da una famiglia di “cantori”: è docente di lingue, ricercatrice e interprete. Il suo repertorio contiene una grande quantità di canti della Murgia raccolti attraverso una paziente ricerca iniziata negli anni ’70 e mai terminata e contenuta in una nutrita serie di pubblicazioni di CD e DVD, ultimo dei quali è “Stella Ariente”, un viaggio suggestivo che attinge al repertorio meno noto dell’Alta Murgia Barese attraverso il canto dello spirito: liriche devozionali, canti liturgici, preghiere arcaiche e litanie ancestrali della tradizione salentina. Modalità canore ormai scomparse, tecniche vocali di una cultura mai codificata ma presente. Una ricerca artistica che rimane fedele agli aspetti filologici, riuscendo comunque a raggiungere livelli di comunicazione col pubblico di grande fascinazione spirituale.
Domenica 2 ottobre | Salone Estense | ore 20:30
Le quattro stagioni fra musica e cambiamenti climatici
Ensemble «LaBarocca di Milano»
LE STAGIONI DI IERI E DI OGGI
Conversazione-concerto a cura di
Ruben Jais | direttore d’orchestra
Giacomo Grassi | funzionario scientifico della Commissione Europea presso il Joint Research Centre, Ispra
– vincitore del «Bologna Award 2020» per la sostenibilità, autore di rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), revisore esperto degli inventari dei gas serra per conto delle Nazioni Unite.
Antonio Vivaldi (1678–1741)
Le Quattro Stagioni – Da «Il cimento dell’armonia e dell’inventione»
Concerto n. 1 in mi maggiore, “La primavera”, RV 269
Concerto n. 2 in sol minore, “L’estate”, RV 315
Concerto n. 3 in fa maggiore, “L’autunno”, RV 293
Concerto n. 4 in fa minore, “L’inverno”, RV 297
Un affascinante dialogo a due voci fra arte e scienza è il tema del secondo appuntamento. Vivaldi visse e musicò le sue Stagioni all’inizio del Settecento raccontandone le virtù (gli zefiri, il canto degli uccelli, i balli e i canti autunnali favoriti dall’ebbrezza del vino) e i dolori (il freddo pungente dell’inverno, lo stuolo furioso di mosche mosconi durante l’estate, il timore per lo scoppio di un temporale in primavera). Di queste “Stagioni” universalmente note parlerà il Maestro Jais in intreccio con Giacomo Grassi, brillantissimo ricercatore e grande esperto degli inventari dei gas serra, colpevoli dei cambiamenti climatici che ci investono.
Se Vivaldi vivesse oggi, le sue Stagioni sarebbero molto diverse da quelle che conosciamo.
Sabato 8 Ottobre | Sala Montanari | Ore 16:30
Pamela Villoresi in:
ALDA MERINI
voce poetica irregolare e intensa
Pamela Villoresi | attrice
Claudio Farinone | Chitarra classica e baritona
Raffaele Casarano | Sax soprano e contralto
Regia di Claudio Laìso
Il terzo appuntamento sarà ambientato nel cortile del Castello di Masnago, ideale luogo d’arte che sa restituire la prossimità necessaria ad una performance di recitazione e musica, dove una delle maggiori attrici italiane contemporanee, indaga nella figura dolorosa e l’opera vastissima di Alda Merini, tra le poche voci poetiche del secondo Novecento ad ottenere rapidamente la notorietà mediatica e sviscerando due fondamentali aspetti della sua esistenza. Innanzitutto, come suggeriva Maria Corti, che della Merini è stata a lungo nume tutelare e provvidenziale argine insieme a Vanni Scheiwiller e a Giorgio Manganelli, è necessario non confondere il lavoro poetico con la malattia mentale, né trasformare quest’ultima in una condizione eroica e di per sé «poetica». Risulta indispensabile capire in che modo l’autrice sia riuscita, partendo da una condizione esistenziale terribile, a trasformare il dato di realtà in risultato espressivo. Fondamentale è osservare la sovrapposizione, caparbiamente perseguita da Alda Merini sin dalle prove giovanili ma risultata davvero essenziale soprattutto dopo la lunga esperienza di internamento, tra vicenda biografica e linguaggio mitico e religioso, da cui trarrà origine la metamorfosi del «manicomio» in «terra santa». In secondo luogo, si tratta di estrarre dalla produzione fluviale che ha caratterizzato l’ultima, incontrollata fase della vita di Alda Merini, i titoli davvero importanti e meritevoli, che ruotano attorno alla grande raccolta poetica La Terra santa e alle prose raccolte nel Diario di una diversa, la parte migliore e lancinante di un’opera che rischia altrimenti di rimanere vittima dell’eccesso. Gli inguini sono la forza dell’anima, tacita, oscura, un germoglio di foglie da cui esce il seme del vivere.
Alda Merini ispira i musicisti Claudio Farinone e Raffaele Casarano a un approfondito sguardo verso il mondo femminile, considerando musiche originali e composte da diversi personaggi iconici del Novecento e individuano i loro punti in comune per affinità e sensibilità con la poetica dell’artista milanese. Le particolari ambientazioni timbriche che il duo è in grado di creare, attraverso i fascinosi mondi sonori che sono in grado di evocare dialogano con grande efficacia con il mondo poetico della protagonista e con la recitazione.
Domenica 9 ottobre, ore 11:00 | Teatro Santuccio | ore 11:00
via Sacco, 10 – Varese
Amorosi intrecci fra musica e natura nel ‘700
Conversazione-concerto a cura di Alfredo Bernardini
Ensemble Zefiro
Carlotta Colombo | soprano
Alfredo Bernardini | oboe
Alberto Grazzi | fagotto
Arianna Radaelli | clavicembalo
Francesco Mancini (1672-1737)
cantata “Quanto dolce è quell’ardore”, per soprano, oboe e basso continuo
Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788) Pastorale in la minore per oboe, fagotto e bc
Agostino Steffani (1654-1728)
cantata “Spezza Amor l’arco e li strali” per soprano, piffero, fagotto e basso continuo
Domenico Scarlatti (1685-1757) Essercizio K.30 in sol minore “Fuga del gatto” per cembalo solo
Georg Friedrich Händel (1685-1759) cantata “Mi palpita il cor” per soprano, oboe e b.c.
L’ultimo appuntamento della minirassegna indaga gli “amorosi intrecci” fra musica e natura in quel periodo magico nella storia dell’arte dei suoni che fu il barocco. “Amorosi intrecci” è un’espressione che rende bene il tema oggetto del nostro concerto. Non le città pur bellissime, ma la natura faceva da sfondo alle umane vicissitudini, talvolta perfino invadendola, come il gatto di Scarlatti che camminando sulla tastiera del cembalo gli ispirò una fuga. La sua forza e fascino arcani s’incontrano e s’intrecciano con le umani passioni. E se la natura potesse parlare direbbe all’ingrata amante quante lacrime, quanti sospiri furono sparsi per lei.
Protagonista del concerto sarà l’ensemble «Zefiro» dell’oboista Alfredo Bernardini, interpreti qualche anno fa di una meravigliosa integrale dei Brandeburghesi di Bach nell’ambito della Stagione Musicale, punta di diamante della musica barocca a livello mondiale, e il soprano Carlotta Colombo, finalista soltanto poche settimane fa al Concorso «Cesti» di Innsbruck.