L’ordinanza, firmata dal sindaco Davide Galimberti, è il risultato del costante dialogo tra l’assessorato alla Tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare condotto da Nicoletta San Martino, le associazioni e gli enti del territorio, in particolare l’Università degli Studi dell’Insubria.
Già nel 2024 l’università aveva dato avvio a un progetto, coordinato dal professor Adriano Martinoli e con il coinvolgimento di Croce Rossa Italiana, della mensa FuoriContesto, dell’Osservatorio provinciale sui rifiuti e delle associazioni studentesche dell’ateneo, per studiare azioni che contrastassero l’uso dei coriandoli di plastica e l’abbandono di rifiuti in occasione dei festeggiamenti delle lauree. Il progetto aveva già portato l’università ad assumere un piano comunicazione dedicato e ad attivare una collaborazione con le Guardie Ecologiche Volontarie del Comune per sensibilizzare e orientare gli studenti sul tema.
“Anche i momenti di festa possono diventare un’occasione per adottare abitudini più rispettose dell’ambiente e della nostra salute – dichiara Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare. – Con l’ordinanza contro i coriandoli non biodegradabili, l’amministrazione ha scelto di portare avanti un’istanza che è oramai parte di una sensibilità diffusa, sempre più attenta all’uso consapevole dei prodotti e alla loro sostenibilità. Ne è la prova il costante dialogo tra Comune, Università dell’Insubria e diverse associazioni del territorio, che, dopo numerose altre iniziative, ribadisce un principio condiviso: anche i più piccoli gesti, persino la scelta di un tipo di coriandoli, può fare la differenza per la salvaguardia e il decoro dell’ambiente e degli spazi pubblici che ci ospitano.”
“Accogliamo con grande soddisfazione la pubblicazione di questa ordinanza, che rappresenta un risultato concreto e di alto valore etico per tutta la comunità – dichiara Adriano Martinoli, professore dell’Università dell’Insubria – Si tratta del frutto di un lavoro comune, costruito grazie a una sinergia proficua con il Comune di Varese e diverse associazioni della società civile e sostenuto da una ferrea volontà di perseguire obiettivi di responsabilità e rispetto dell’ambiente come bene collettivo. Il divieto di utilizzo di coriandoli e stelle filanti non biodegradabili, valido quindi anche durante le feste di laurea, costituisce un segnale forte e chiaro: la sostenibilità non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che richiede impegno da parte di tutti. In particolare, gli studenti universitari sono chiamati a farsi portatori di questo cambiamento culturale, sancendo così il loro contributo a una società civile responsabile e irreprensibile. Agire in questo modo e promuovere tali valori contribuirà a definire caratteri identitari e distintivi della nostra Università, dei quali andare orgogliosi, soprattutto quando frutto di una collaborazione condivisa con gli enti locali e con l’intera società civile.”
Come riportato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), è infatti in aumento la produzione di coriandoli e stelle filanti che vengono prodotti con materiali plastici altamente inquinanti, capaci di introdursi negli ecosistemi e negli organismi, impiegando anche fino a 600 anni per decomporsi, di contro alle circa 6 settimane di decomposizione richieste dai più tradizionali e sostenibili coriandoli di carta.
Il provvedimento mira a contrastare questi danni all’ambiente e alla salute dei cittadini, stabilendo per i contravventori del divieto sanzioni amministrative che ammontano da un minimo di 25 euro fino a un tetto massimo di 500.