Presentata a Palazzo Estense l’adesione di Varese alla sperimentazione del progetto di economia circolare TakeBack: ReMed, mirato alla raccolta differenziata dei dispositivi usati per le terapie iniettive, che verranno poi trasformati in oggetti di uso comune come sedie e complementi di arredo.
Ogni anno sono infatti circa 500 mila le “penne” per le terapie iniettive vendute nell’area della Provincia di Varese e che fino a ieri, una volta usate, finivano in piattaforma ecologica, mentre ora potranno tornare a nuova vita. Grazie a questo progetto, in 53 farmacie della Provincia di Varese saranno istallati contenitori dedicati alla raccolta dei dispositivi iniettivi usati. In particolare, il Comune di Varese ha incluso lo svuotamento dei contenitori nei suoi servizi di igiene urbana per le 16 farmacie cittadine, corrispondenti al 70% degli esercizi, che hanno aderito all’iniziativa.
“In tema di economia circolare e sostenibilità Varese sta portando avanti iniziative all’avanguardia come quella che presentiamo oggi – spiega il sindaco di Varese Davide Galimberti. – La sinergia tra aziende e pubblica amministrazione consente di avviare sperimentazioni e innovazioni che hanno notevoli impatti positivi sull’ambiente e sulla nostra vita. In questo caso c’è poi da sottolineare la collaborazione con le farmacie varesine, Federfarma e una azienda specializzata in malattie croniche non trasmissibili e delle patologie rare. Grazie a questa unità di intenti possiamo dare il via anche ad una sperimentazione che unisce riciclo e tecnologie mediche”.
“Con la collaborazione al progetto TakeBack: ReMed, il Comune di Varese ribadisce il proprio impegno nel promuovere un’economia sempre più circolare e sostenibile – dichiara Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare – Pur focalizzato su un prodotto specifico come i dispositivi per le terapie iniettive, il progetto è testimonianza di un cambiamento culturale cruciale per tutti, in cui gli oggetti abitualmente pensati come scarti diventano invece nuova risorsa: un cambiamento già in atto e diffuso nel sentire comune, come mostra la larga adesione delle farmacie di Varese all’iniziativa.”
Il progetto di economia circolare introdotto in Italia da Novo Nordisk si svilupperà grazie a un accordo con Federfarma, che ha promosso l’adesione delle farmacie del territorio e fornirà i dati della raccolta. Nelle farmacie aderenti, identificabili sul sito di Novo Nordisk, i cittadini troveranno il kit per la raccolta, composto da buste per le penne utilizzate, e flyer informativi. Ogni busta potrà contenere tra le 10 e le 15 penne, e si stima una previsione di retourn rate (ovvero la risposta di restituzione da parte della cittadinanza) del 25%.
Le penne raccolte a Varese saranno poi trasferite in un sito di stoccaggio, insieme a quelle della altre città coinvolte, ed inviate in Danimarca per completare il ciclo di recupero. Grazie a partnership locali, Novo Nordisk raccoglie, stocca e spedisce le penne usate in Danimarca, per poi trasformarle in materie prime seconde utilizzate per la creazione di oggetti di uso comune, come sedie, lampade, vasi e molto altro. Le penne monouso attualmente sono riciclabili fino all’85%.
La collaborazione al progetto è stata presentata in Salone Estense alla presenza di Davide Galimberti, sindaco di Varese; Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare del Comune di Varese; Andrea Pomi, vicepresidente di Federfarma Varese; Fabrizio Labatessa, external communication & sustainability project manager di Novo Nordisk.
A livello internazionale, ReMed è stato già implementato con successo in altre 6 nazioni, posizionando l’Italia tra i primi paesi ad implementare una iniziativa di tale portata e rappresenta un modello di riferimento a livello internazionale, affermandosi tra le best practice nel panorama dell’innovazione sanitaria sostenibile. A conferma dell’impatto ambientale che progetti come TakeBack: Remed hanno in termini di risparmio di CO2, ci sono dati come quelli del Regno Unito, dove ad esempio si è ottenuto un risparmio del processo di smaltimento pari all’88%, passando da 26g a 3g di CO2 emessa.